
Il colore come progetto personale
Questa evoluzione segna il superamento di affermazioni banali e generaliste come “il verde rilassa” o “il rosso agita”. Ogni persona porta con sé un bagaglio inconscio di associazioni cromatiche che può ribaltare le convenzioni. Per questo motivo, Daniele adotta un approccio che parte dal dialogo e dall’osservazione: “È come se il progetto nascesse naturalmente attraverso il dialogo. Si parla con il cliente, si cerca di capire, superate le esigenze tecniche, quello che veramente cerca“.

L’importanza della materia
Quando un cliente esprime il desiderio di camminare scalzo su un parquet, quello che può sembrare solo un dettaglio diventa una chiave di lettura. “Comincio a capire che questa persona ama la materia. Probabilmente posso proporgli anche dei materiali sulle pareti che non sono solo delle pitture ma dei prodotti materici che hanno la loro texture e che collegano il calore del pavimento con quello che potrebbe essere il calore della calce “.
Versatilità compositiva
“Un pavimento in rovere si abbina perfettamente con un beige, con un blu, con un ruggine, con un verde” spiega Daniele. “Il legno è un’essenza naturale e quando si abbinano materiali autentici come ferro, vetro, legno, il risultato è sempre armonioso“.
Oltre il neutro: verso spazi personali
Il post-Covid ha accelerato questa presa di coscienza. Chiusi nelle nostre abitazioni, abbiamo percepito quanto l’ambiente domestico influenzi il nostro benessere. Da qui è nata una rinnovata voglia di colore.

Project: Rag architettura - Architetto Giuseppe Raimondo Ph: Daniele Di Lorenzo
Progettare per la trasformazione
I pavimenti a posa flottante facilitano questa attitudine al cambiamento: “Un pavimento che costa un pochino meno, che è veloce da applicare, senza colla, senza polvere e senza detriti da smaltire ed è veloce anche da sostituire. Non deve durare tutta la vita. Se fra dieci anni ho voglia, svuoto due o tre mobili e rimetto il pavimento nuovo“.
“In un cantiere recente che ho seguito, di 60 metri quadri, la posa è stata completata in una sola giornata mentre altri lavori erano ancora in corso da settimane” – un’efficienza impensabile con le pavimentazioni tradizionali.
Un metodo empatico
Il lavoro di Daniele si distingue per un approccio che va oltre la consulenza estetica, sfiorando la dimensione psicologica. Utilizza anche strumenti come il test RAH Color, basato sulle neuroscienze, per identificare la palette cromatica più affine a ogni persona.
“A volte ho proposto degli azzardi, pensando di aver esagerato. Poi questi clienti sono tornati indietro per dirmi grazie, anche dopo cinque anni, per rifare un’altra parte di casa dicendomi: ci hai dato quel colore anche in modalità strana e ora siamo qui“.
In un progetto particolarmente delicato, ha aiutato una cliente a trasformare i mobili ereditati dalla madre scomparsa, ridipingendoli per mantenerne il ricordo senza che diventasse ingombrante. “Al colpo d’occhio veloce non mi ricordo tutte le volte, ma quando ci voglio pensare quello era il mobile che usavo con mia mamma”.
Questo approccio integrato, che considera pavimenti, pareti, soffitti e arredi come elementi di un sistema unico, restituisce agli spazi un’anima che nessun render, per quanto sofisticato, può catturare. Perché alla fine, come ricorda Daniele, “progettare il colore significa progettare emozioni, memorie, connessioni. Significa creare case che ci somigliano davvero“.